CHANG O
Testo e ricerca di Maria Giusi Ricotti


Chang O, dea cinese della luna, è conosciuta anche come Chang-o, Heng-E o Heng-O Hêng Ô, Chang E, T'ai-yin Huang-chin. Yuehfu Ch'ang Ô (Chang Ô del Palazzo della luna).
Chang O vive in solitudine sulla luna, passeggiando e meditando sotto un albero di cassia in compagnia di una lepre.
E’ arrivata lì in seguito a una curiosa vicissitudine, che la vede protagonista quasi suo malgrado...



CHANG O NEL MITO


C’era una volta in Cina un arciere famoso, Hou Yi, che con le sue frecce era imbattibile. Hou Yi era sposato a Chang-O, una donna bellissima e curiosa.
In quel tempo vivevano nel cielo Dieci Soli, figli dell’imperatore della Cina, generati per illuminare la terra ma, per ribellione al padre, si erano avvicinati troppo e avevano circondato il pianeta per indurla a bruciarsi minacciando la sopravvivenza dell'umanità.



L'imperatore, visto il pericolo, convocò Hou Yi e gli chiese di prendere provvedimenti: Hou Yi scoccò nove delle sue infallibili frecce e uccise tutti i Soli meno uno che, intimorito, promise di continuare a illuminare e riscaldare la terra senza bruciarla.
Al completamento dell’operazione, l’imperatore soddisfatto ricompensò Hou Yi con una pillola, elisir di vita eterna e essenza di divinità.
Nel dargliela si raccomandò: "Non devi prendere subito questa pillola, prima preparati con la preghiera ed il digiuno per un anno".

Hou Yi, occupato con altre imprese urgenti, rimandò la questione e nascose la pillola nella sua casa, sotto una trave del tetto prima di allontanarsi.
Mentre il marito era assente, Chang O notò un alone di luce bianca proveniente dalla trave. Attratta dalla luce e da un profumo fragrante, scoprì la pillola, la guardò e la portò istintivamente alla bocca ed immediatamente, trasformata in creatura soprannaturale, iniziò ad innalzarsi nel cielo.
In quel momento suo marito che rientrava a casa, vedendola levitare, realizzò che cosa era accaduto si infuriò e cominciò a rimproverare la moglie, cosicché lei impaurita continuò a volare sempre più in alto. Hou Yi non aveva che un modo per fermarla, ma non ebbe cuore di scoccare una freccia su di lei. Chang O arrivò sulla luna affannata e senza respiro, e tossì, così che una parte della pillola cadde dalla sua bocca.
Sulla superficie lunare, gelida e inospitale, vi erano solo un albero di cassia e una lepre. Chang-O allora, pensando a ciò che aveva fatto e a Hou Yi rimasto sulla terra, diede il frammento di pillola alla lepre e le comandò di prendere pestello e mortaio e fabbricare un'altra pillola da rinviare a terra a suo marito.
In seguito Hou Yi, diventato finalmente anch’egli immortale e divino costruì un palazzo nel sole come Yang (il sole / principio maschile) e Chang O costruì un palazzo lunare come Yin (la luna / principio femminile). Una volta al mese Hou Yi visita sua moglie.
La luna è piena e più bella in quella notte, molto più brillante.

Il resto del tempo Chang O lo passa in solitudine e contemplazione, con la sola compagnia della lepre-coniglio.
A volte, la dea quando beve un certo tipo di rugiada lunare, si trasforma in un rospo repellente, con tre zampe (che rappresentano le tre fasi lunari).
In alcune versioni di questa leggenda, Chang O sottrae consapevolmente la pillola che spetta al marito e rimane esiliata sulla luna per punizione del suo irresistibile desiderio di divinità.


IL BISOGNO DI CRESCERE


Ch'ang Ô, la dea cinese della luna, finisce esiliata a causa del suo desiderio di ottenere la divinità. Con una lepre bianca come sua unica compagna, spende il suo tempo solitario nella contemplazione.
Questa dea è l’emblema della necessità femminile di andare dentro, scavare nel profondo, guadagnare conoscenza, seguire la propria “essenza divina” anche a dispetto delle conseguenze che questa opera di scavo interiore può produrre.

Nella società moderna la vita della donna diventa sempre più complessa. La realizzazione femminile, l’indipendenza, la conquista del mondo del lavoro (mondo che è, nel terzo millennio, ancora fondamentalmente strutturato secondo i principi Yang/maschili), sono fattori che il più delle volte non sostituiscono ma si sommano alle responsabilità tradizionali. Le donne vivono cercando di conciliare, in un perenne stress, le loro molte responsabilità.
In questo stato di costante e frenetica attività è facile che la pressione di mille interrogativi riposti nel profondo emerga ancora più forte e che le donne, già portate per natura all’introspezione, al fine di non restare totalmente annientate dal super-fare, inizino un percorso di comprensione del loro “essere” più profondo.
E’ un desiderio non tacitabile, quello della crescita femminile, e chi lo vive sa bene che non c’è niente altro da fare che assecondarlo e seguire il proprio percorso.
Ma la crescita interiore femminile comporta sempre la trasgressione dei ruoli tradizionali imposti dalla società, che siano dovuti ai carichi famigliari o alla sottomissione d’amore.

Nelle società patriarcali/tradizionali la donna “ruba” una pillola di consapevolezza ogni volta che si concede uno spazio di crescita personale.
Solitamente viene censurata per il suo desiderio di crescita, indipendentemente dai risultati raggiunti. Anzi, soprattutto se si raggiungono dei risultati, avviene che il progresso della donna sia accolto con diffidenza.
E’ paradossale che ciò accada ancora - seppure in modo strisciante - anche nella società occidentale, dove non si fa che parlare di “parità” e di “pari dignità dei sessi” e si guarda al resto del mondo con senso di sufficienza.
Anche nel recente 2004 la chiesa cattolica, con una lettera dell’allora cardinale Ratzinger ai vescovi, sulla collaborazione dell’uomo e della donna (di cui alcuni passi sono citati qui di seguito fra virgolette) ha sottolineato che la donna esiste primariamente per l’altro da sé. Tutti conoscono la vecchia storia in cui Eva coglie il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male e viene punita per il suo gesto più del suo compagno: “Nelle parole che Dio rivolge alla donna in seguito al peccato, si esprime, in modo lapidario ma non meno impressionante, il tipo di rapporti che si instaureranno ormai tra l'uomo e la donna: 'Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ma egli ti dominerà' (Gn 3,16). Sarà una relazione in cui l'amore spesso verrà snaturato in pura ricerca di sé, in una relazione che ignora ed uccide l'amore, sostituendolo con il giogo della dominazione di un sesso sull'altro”.

Ecco, la mela è come la pillola: Eva e Chang-o ne riconoscono subito il valore, la mangiano per prime e sono loro a proporla al compagno e - molto più del compagno - vengono punite: Eva con la sottomissione, Chang O con la solitudine.
Ma perché alle donne viene attribuita una colpa maggiore?
In nome di tutte le società patriarcali e tradizionali la risposta ce la dà la stessa lettera di Ratzinger, sopracitata: “Tra i valori fondamentali collegati alla vita concreta della donna, vi è ciò che è stato chiamato la sua 'capacità dell'altro'. Nonostante il fatto che un certo discorso femminista rivendichi le esigenze 'per sè stessa', la donna conserva l'intuizione profonda che il meglio della sua vita è fatto di attività orientate al risveglio dell'altro, alla sua crescita, alla sua protezione.”
Come dire che non è previsto uno spazio di crescita personale non strettamente finalizzato al supporto dell’altro.
La donna “può crescere” solo strumentalmente; se decide di farlo per sé stessa e non per incrementare “il ruolo insostituibile della donna in tutti gli aspetti della vita familiare e sociale che coinvolgono le relazioni umane e la cura dell'altro” , viene tacciata di egoismo ed ambizione, caratteri che al femminile riscuotono la sola eco negativa.



L’UNIVERSO MASCHILE


Per i maschi è diverso.
I nostri Hou Yi hanno sempre garantita l’opportunità di scegliere se aprirsi al discorso interiore (cadere per crescere / Hillman) oppure aprirsi al mondo, al fare, al costruire senza troppe operazioni di scavo.
La scelta di crescita è sempre rispettata nel maschio e vi è una grande saggezza in questo.
Qualcuno deve “fare”… qualcuno deve costruire, qualcuno la deve guadagnare quella benedetta pillola e, per farlo deve saper scoccare le frecce anche sui Nove Soli di troppo, che pure sono creature di luce assoluta, e se si sta lì a pensarci con troppa "anima femminile" non trova il coraggio di abbattere.
Ognuno ha il suo ruolo, e la pillola Hou Yi se la è guadagnata alla grande.
Non solo: se lui l’avesse mangiata Chang O non avrebbe potuto riconoscerla, nemmeno prenderla per sé...

Il mondo maschile in occidente ha il suo valore attivo che non va mai dimenticato e che è immensamente prezioso anche per la crescita femminile. Non a caso quando la Dea Luna arriva al plenilunio e, secondo la leggenda, il Dio Sole si congiunge con lei, la sua luce diventa più brillante e si realizza la vera danza dell’universo, l’unione radiosa delle polarità. L’unione con il maschile rende il femminile più bello e brillante. Le donne innamorate splendono.
Non è negando i valori maschili che si ottiene ciò che spetta in riconoscimento alla nostra femminilità. Dobbiamo invece sforzarci di crescere accettando le modalità maschili (finchè sono accettabili e non ci prevaricano). Mentre, giustamente rivendichiamo il nostro spazio vitale dobbiamo rispettare i percorsi che si snodano su tracciati differenti, osservarli, come ha fatto Chang O, e cogliere le occasioni.


LA MALINCONIA FEMMINILE


La donna paga da sempre un prezzo amaro per il suo desiderio di crescita.
La crescita femminile può essere nel potere spirituale, come quella di Chang-o, o nel potere materiale come quella di Xu Mu, principessa cinese e condottiera, raccontata in un bellissimo articolo di Barbara Bennett Peterson sulle donne cinesi che furono protagoniste della storia del loro paese:
“… C’erano principesse, diplomatiche, insegnanti, artiste, filosofe, poetesse, danzatrici, madri modello, mogli modello, consigliere politiche, guerriere, scienziate e artigiane, fra molte altre. La caratteristica centrale del loro messaggio era che servivano da esempi morali. Cioè funzionavano come modelli di ruolo e come archetipi culturali ideali.
… La lezione fondamentale di queste storie era che le donne, per svolgere le loro più alte mansioni morali, non potevano essere semplicemente figure passive e obbedienti. Il comportamento virtuoso richiedeva l'azione. Soltanto tale aggancio attivo poteva conservare l’onore della famiglia e sostenere il mandato del cielo.
… Fra loro vi era la poetessa Xu Mu (VII sec. a.C.), che difese il suo regno natale Wei dall’aggressione della gente dei Di, radunando e comandando i suoi fratelli per difendere con successo la sua sede ancestrale.”
Il poema più famoso di Xu Mu suggerisce la tensione che visse nell’assumere le funzioni che, per tradizione, sarebbero state competenti al marito ed ai fratelli; mentre Xu Mu torna vittoriosa verso la città natale che ha salvato con coraggio e determinazione, pronuncia:

Le ruote girano veloci, il cavallo trotta:
io torno da mio fratello in Wei.
Una lunga lunga strada ha percorso il carro
verso Caoyi, la mia terra per restare.
I signori che mi seguono a lungo e da lontano,
non hanno causato nessuna preoccupazione.

Benché possiate giudicarmi con severità,
dal mio corso non devierò.
In confronto alla vostra visione limitata,
non vedo lontano e chiaro?

Benché possiate giudicarmi con severità,
non potrete mai raggiungere i miei passi.
In confronto alla vostra visione limitata,
non sono saggia a mio modo?

Ho scalato le altezze di A Qiu,
ho raccolto erbe da sola sul pendio.
Tutte le donne sono inclini a dispiacersi
di dover seguire un percorso proprio.

La gente di Xu ancora mi condanna:
tale ignoranza non ha mai avuto uguali.
Cammino la terra dei miei padri,
i campi del frumento sono verdi e ampi.
Dirò al mondo del mio dispiacere,
tutti gli amici saranno dalla nostra parte.

Ascoltate signori e nobili,
non accusate così la mia determinazione!
Cento schemi potete evocare,
nessuno si abbina al percorso che io conosco.


LE CONTRADDIZIONI E I DISPIACERI DELLA CRESCITA AL FEMMINILE


Ogni donna moderna, inserita nella società, leggendo i versi di Xu Mu può riconoscere la malinconia che li ha espressi quasi quattromila anni fa.
Qualche progresso da allora è stato fatto, e non tutte - oggi - ci dobbiamo forzatamente ribellare per seguire il percorso che ci è proprio e che ci chiama. Dopotutto ora, nel mondo occidentale abbiamo libertà di movimento, di istruzione ed anche altro…
Ma spesso, mentre “raccogliamo da sole le erbe sul pendio”, ci capita di ritrovarci ancora, malgrado tutto, lontane o incomprese da chi amiamo.
A volte sentiamo che è l’ambiente che non ci approva, ma talvolta il nostro rammarico è nei confronti del sesso opposto, del nostro compagno perplesso.



Talvolta abbiamo la sensazione che l’universo maschile non condivida la nostra tipica urgenza di scavo interiore profondo. Succede nel cammino personale di consapevolezza, nella pratica religiosa o spirituale ma anche, più comunemente, nel dialogo di coppia. Ci chiediamo se dietro il nostro Hou Yi “occupato con altre imprese urgenti” si nascondano disinteresse, pigrizia o inconfessata paura, e osserviamo, ahinoi, che è difficile ai maschi avviare dei percorsi in direzione dell’osservazione interiore. Probabilmente il disagio nel trovarsi a fronteggiare la propria ombra è maggiore: in un piano di accrescimento di consapevolezza i maschi hanno di più da perdere rispetto alle loro compagne, nel mettersi in gioco: più potere, più certezze, più privilegi intellettuali e materiali.

Chiunque si decida a frequentare uno dei tanti corsi, seminari o incontri che fioriscono in questi tempi di Nuova Era può toccare con mano la preponderante presenza femminile. Così alle conferenze, alle lezioni delle università della terza età, agli incontri religiosi, a qualsiasi occasione in cui l’argomento graviti verso il mondo interiore.
Per fare un esempio, tra gli adepti della religione Wicca (dove il “potere” è “potere interiore” e inevitabilmente si scava dentro sé stessi tra le luci ed ombre del profondo) sono rappresentate tutte le preferenze sessuali, senza discriminazione, ma la minoranza appartiene indubbiamente ai maschi eterosessuali.
Così avviene che (tranne per poche privilegiate dal destino che hanno per compagno un raro esemplare di maschio dedito all’introspezione e possono affrontare un cammino interiore anche come coppia) molte donne eterosessuali sul sentiero di crescita possono realizzare un confronto quasi esclusivamente con le loro simili.

Hou Yi è rimasto indietro, lontano, separato. Se siamo fortunate ci incoraggia e non si oppone. Non scocca la sua freccia micidiale contro di noi. Difficilmente vuole sapere dove siamo, cosa stiamo scavando a mani nude nella terra del nostro orto. Inorridisce all’idea che gli chiediamo di mettersi a scavare con noi.
E noi, che come femmine impavide talvolta siamo proprio delle scellerate, invece glielo chiediamo, di scavare nella terra, guardare sotto la nostra e la sua pelle.
Di solito è fuga...


LA PILLOLA DI CHANG O


A questo punto della storia Chang O ha già inghiottito la pillola; il marito è rimasto indietro (affari urgenti lo hanno chiamato in ufficio, la crescita è rimandata).

La moglie è stata più veloce, ha colto l’opportunità, si è fatta guidare dal suo istinto sicuro, ha osservato, fiutato e ha trovato molto presto la pillola nascosta. Ne ha intuito il valore e l’ha fatta sua. Non poteva farne a meno: la sapienza e l’intuizione di mille donne erano dentro di lei. L’urgenza della consapevolezza le ha indicato come agire.
Adesso vola verso la luna e lui rimane indietro. Lei è una Dea, eppure la voce del marito che la sgrida la spaventa ancora.

La voce più dolce del marito che la chiama, la sentirà dopo, struggente, nel suo cuore, quando è già immersa nel silenzio algido della luna e si chiede come rimediare al suo gesto, necessario ma scellerato, che l'ha lasciata sola.
E’ allora che ordina alla lepre-coniglio di ricavare, dal frammento di pillola che ha tossito, una nuova pillola per lui, per mandargliela sulla terra, perché anche lui diventi un Dio, come lei è una Dea, e possano insieme riprendere a danzare la danza del mondo, dell’amore, della vita dello Yin Yang, della Luna e del Sole.

Questo è l’insegnamento di Chang O: non possiamo condividere tutto con il nostro compagno. Lui ha i suoi tempi, i suoi affari urgenti, i suoi interessi e le sue modalità molto diverse dalla nostra, per crescere. La nostra strada è solo nostra e va percorsa comunque, che lui sia al nostro fianco o rimanga indietro o vada altrove. Ma non lo dobbiamo mettere da parte, né lo possiamo costringere – né per amore, né per forza - a percorrere un sentiero che non sente e che non è suo. La nostra femminile smania di condivisione non la possiamo esercitare su di lui. Dobbiamo trovare altre occasioni. E solo dopo, quando saremo abbastanza avanti nel percorso personale, sapremo intuire qual è il frammento della nostra consapevolezza che possiamo trasmettere a lui, il frammento giusto, quello che lui saprà accettare e sarà il seme trasformazione interiore comune (se è destino che ve ne sia una).

Capire qual è la parte della nostra consapevolezza che è giusta da condividere nel rapporto di coppia non è facile. Per questo è necessario continuare a camminare per crescere ancora, meditare e contemplare per essere più sagge.
Anche se la “luna” su cui siamo arrivate con fatica è inospitale e solitaria. Anche se qualche volta la rugiada che si trova lì è così tossica che ci trasforma in brutte rospe a tre zampe, lunatiche e (apparentemente) instabili.

Alla fine, nel giorno della pienezza (il plenilunio), lui tornerà a trovarci, come divinità riconosciuta, e la luce che ci scambieremo sarà totale: Yin & Yang.


MEDITARE CON CHANG O


Chiamate Chang O quando il cammino vi risulta difficile. Chiamatela anche quando vi sentite sole o incomprese.
Chiedetele di insegnarvi la contemplazione, di concedervi la serenità. Chiedetele di guidarvi quando sentite che state sbagliando nella comunicazione con il vostro compagno.



Ma chiamatela anche quando volete celebrare il vostro amato e vi sentite piene come la luna. Chiedetele di far sentire a lui, sempre così indaffarato o distratto, la profondità dei vostri sentimenti. Chiedetele di farvi trovare le parole per ringraziarlo dei raggi che vi fanno splendere ancora di più.
Chiedetele di ispirarvi nel celebrare con lui la vostra essenza di amanti.

Nelle sere di luna piena cercate di intravedere la forma della lepre-coniglio disegnata sulla luna. Il coniglio, in molte culture, è una creatura permeata di forti simbologie magiche. In varie religioni è consolidato un binomio tra il coniglio e la Luna, la notte. Come Chang O, Ix Chel, Dea della Luna nella mitologia Maya, veniva spesso raffigurata con un enorme coniglio tra le braccia.
Proprio in ragione della sua mitezza e mancanza di belligeranza, la lepre riesce spesso a trovare la strada, dove un attacco più" diretto e ostinato porterebbe al disastro. Questo aspetto di gentilezza animale corrisponde ad uno dei molti aspetti della natura femminile, che è l’esatto opposto degli impulsi felini rappresentati dai leoni e dalle pantere della Dea. La natura femminile lunare è sia luce che oscurità e la luce della luna, a differenza di quella del sole, è morbida e calma.


RITO CON CHANG O


Il rito, da eseguire preferibilmente in solitudine è interamente tratto da “L’arte della Magia” di Phyllis Curott, Sonzogno.

Questa pratica magica è nata per essere eseguita in solitudine (...).
Sarebbe bene che la vostra prima esperienza della Luna avvenisse all'aperto, sotto i suoi raggi. Se dovete lavorare al chiuso, cercate di farlo in modo da poter vedere l'astro da una finestra.
In una notte di Luna Piena, andate in un luogo sicuro e tranquillo. Se ne avete la possibilità recatevi vicino a un corso d'acqua e portate con voi una piccola bottiglia vuota che alla fine riempirete; va bene anche una grande bacinella e abbastanza acqua per riempirla. Se siete donne, fate attenzione alla fase dei vostro ciclo in modo da sintonizzarvi più profondamente con la Dea. Le vostre energie sono calanti, crescenti o piene? Sono in sintonia con quelle della Luna?

Non dovete preparare l'altare. Formate il cerchio in un luogo da cui riuscite a vedere l'astro e il suo riflesso nell'acqua. Se usate la bacinella, sistematela al centro dei cerchio in modo da poter vedere il riflesso.
La prima volta che officiate il rito, restate seduti. Osservate il sentiero di luce argentea formato dal riflesso sull'acqua. Spalancate le braccia e chiedete alla Dea di essere con voi.

Potete dire:
“Bellissima Dea della Gloriosa Madre Luna, in nome di tutto ciò che è sacro, io ti invoco. Per il sangue della vita che scorrerà/scorre/è scorso
(a seconda dei vostro sesso e della fase della vita in cui vi trovate) attraverso di me, che la tua luce scintillante scorra dentro di me, che la tua bellezza e il tuo potere scorrano dentro di me, che la tua saggezza e la tua grazia scorrano dentro di me”.
Ma non usate le mie esatte parole, bensì quelle che vi sgorgano spontanee e ispirate dal cuore.
Parlando, seguite il Sentiero della Luna, percorrendo con lo sguardo il sentiero di luce, iniziando dal riflesso sull'acqua e, su, su, fino in cielo. Intanto dite:
“Grande Dea della Luna d'argento, nel tuo specchio di luce brillante, cerco un dono e una benedizione. Cerco il dono della vista interiore. Benedicimi con il tuo potere"
. (Oppure esprimete un altro vostro desiderio.)

Ripetete il verso dolcemente finché non vi sentirete aprire alla presenza della Dea. Quando la sentirete vicina, lasciatevi sommergere dalle sensazioni, dalle immagini e le parole che nasceranno spontanee.
Vi potrebbe capitare di perdere il senso del tempo o di sentirvi girare la testa. In questo caso, respirate lentamente.

Fatevi riempire dalla Dea. Potreste percepirla come una presenza, una voce che vi giunge da molto lontano o che vi circonda. Potreste sperimentare una potente esplosione di emozioni o l'aumento dei livello" di energia. Quando sentite la Dea allontanarsi, incrociate le braccia davanti al petto, sui cuore.

Fate grounding: posate le mani sulla terra e scaricate ogni eccesso di energia. I più esperti, invece, dovrebbero scaricare le energie nell'acqua.
Dopo questa esperienza, è possibile che vi sentiate in qualche modo storditi e infreddoliti. è importante completare il grounding mangiando e bevendo qualcosa (mai niente di alcolico) e coprendosi con un indumento caldo.
Probabilmente avrete ricordi nebulosi e non sarete in grado, o non avrete voglia, di camminare e parlare. I sensi potrebbero essere particolarmente acuti e sensibili e magari vi capiterà di sentirvi sopraffatti da profondi sentimenti d'amore e reverenza.
Potreste ricordarvi tutto quello che è accaduto nitidamente oppure assolutamente niente, cosa molto comune. Scrivete tutto ciò che riuscite a rammentare.

Riempite la bottiglia con l'acqua illuminata dalla Luna, quindi sollevatela verso il cielo e guardatela attraverso il vetro e il liquido trasparente. Quella che tenete tra le mani è l'acqua consacrata e caricata con l'energia lunare, che userete durante le vostre magie (per esempio nella cristallomanzia). Quando siete pronti, ringraziate la Dea per la sua visita e chiudete il cerchio.

E’ possibile che le vostre sensazioni durante il rito siano molto intense oppure appena percettibili, anche se il potere della Luna Piena in un paesaggio naturale solitamente produce effetti notevoli. Potete ripetere l'esperienza, lavorando preferibilmente all'aperto, sempre in un luogo sicuro e al riparo. Portate con voi un lenzuolo bianco o chiaro per avvolgervi; quando chiamate la Dea (Invocate la Luna), apritelo per assorbire la luce lunare e l'energia della Dea. Più tardi, a casa, dormite sotto quel lenzuolo e la mattina seguente registrate sul diario magico i sogni che avete fatto.


© 2005 Testo e ricerca di Maria Giusi Ricotti


Qualsiasi riproduzione, senza esplicito consenso dell'autrice, è vietata.

Revisione del 12 marzo 2007.

L'AUTRICE

Maria Giusi Ricotti, grafico editoriale e ceramista, nata a Milano. Per amore è approdata molti anni fa in Sardegna, dove vive con la sua famiglia e lavora.

È fondatrice di Il Calderone Magico che è - oltre che un sito web ed una mailing list di spiritualità femminile - un laboratorio artigiano nel centro storico di Cagliari.

mariagiusi@ilcalderonemagico.it
http://it.groups.yahoo.com/group/ilcalderonemagico
Il Calderone Magico - laboratorio - Corso Vittorio Emanuele 349/351, Cagliari


IMMAGINI

Illustrazione di Lisa Hunt da http://www.lisahuntart.com/index.html


Bibliografia:

http://www.absoluteastronomy.com/encyclopedia/C/Ch/Change_(mythology).htm
http://www.exn.ca/apollo/Moon
http://www.thaliatook.com/chango.html
The Goddess Tarot created by Kris Waldherr, published by US Games Systems
http://worldhistoryconnected.press.uiuc.edu/1.2/peterson.html
Dutiful Daughters: Seven Moral Exemplars in Chinese History, Barbara Bennett Peterson
http://www.moonfestival.org/legends/chango.htm Story by Thomas W. Chinn, Historian
www.adlerplanetarium.org/learn/moon/
http://www.arts.australia.or.jp/english/events/0210/moon
http://www.taiwaninfo.org/info/festival_c/moon_e/html/run.htm
http://www.qari.info/cultural.htm
http://www.schooloftheseasons.com/midaut.html
http://en.wikipedia.org/wiki/Change_(mythology)
http://www.absoluteastronomy.com/encyclopedia/C/Ch/Change_(mythology).htm
M. Esther Harding, I misteri della donna, Astrolabio
http://www.thefirstplace.it/archivio/cinema/donnie_darko_they_made_me_do_it.html
Cardinale Ratzinger, Lettera ai vescovi della chiesa cattolica sulla collaborazione dell’uomo e della donna, 2004
Phyllis Curott, L’arte della magia, Sonzogno, 2002













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