Anticamente fra i Celti la notte fra il 30 aprile e il 1° maggio segnava il passaggio alla bella stagione: una notte di veglia, una specie di capodanno primaverile, durante la quale si susseguivano danze e banchetti in un’atmosfera orgiastica aspettando il nuovo giorno che segnava l’inizio del trionfo della luce sulle tenebre e quando si sarebbe celebrata la festa di Beltane da cui sarebbe derivato il Calendimaggio medievale. Sulla notte, si diceva, vegliava la Grande Madre della fertilità che governava il destino dei viventi e dei morti. Con la cristianizzazione dell’Europa centrale la notte del 30 aprile subì una metamorfosi perché si raccontava che vi si dessero convegno spiriti inferi, streghe e stregoni che si dovevano espellere grazie all’intercessione di santa Valpurga: una monaca inglese (710-778), diventata badessa del monastero tedesco di Heidenheim presso Eichstatt, dove fu sepolta il 1° maggio 871 nella chiesa di Santa Croce, che ha ereditato le funzioni della Grande Madre e ha dato il nome alla notte, chiamata popolarmente «la notte di Valpurga».

La coincidenza calendariale l’ha trasformata dunque nella santa che protegge dalle streghe: dalle pietre dove le sue ossa furono sepolte, sgorgava il miracoloso «olio di santa Valpurga» che fra le tante virtù avrebbe avuto anche quella di proteggere dalle stregonerie. Il 1° maggio, cacciate le streghe, ovvero ricacciati i morti negli inferi, si portava e si porta ancora, dove la tradizione è sopravvissuta, un albero dal bosco collocandolo in mezzo al paese: è l’Albero di Maggio o semplicemente il Maggio.

«Nella Svezia, il 1° maggio – riferisce il Frazer – si soleva portare nei villaggi un gran pino che veniva adornato di nastri e drizzato in piedi; poi il popolo vi danzava allegramente intorno a suon di musica. L’albero verde restava nel villaggio sostituito da uno fresco il 1° maggio seguente…». Sull’albero sfrondato, cui rimaneva soltanto una corona di foglie, venivano posti salsicce, dolci, uova e altri cibi oltre a nastri variopinti. I giovani vi si arrampicavano per impossessarsene: una sopravvivenza di queste usanze si ritrova negli Alberi della Cuccagna delle nostre fiere. Quell’albero altro non era che il simbolo dell’Albero Cosmico, le cui fronde si trovano di là dal visibile, nel non manifestato, analogo alla scala di Giacobbe, asse del mondo grazie al quale si può giungere alla comunione divina.

Maggi erano anche i ramoscelli che i giovani offrivano alle ragazze come augurio di amore e fecondità; oppure erano portati in processione di porta in porta da gruppi di questuanti che chiedevano cibi o dolciumi in cambio. Quelle processioni avevano la funzione di ottenere grazie al «magico» maggio rinnovamento e prosperità. Come per la notte del 30 aprile la Chiesa cercò nel corso dei secoli se non di cristianizzare per lo meno di rendere più accettabili queste cerimonie: nacque così l’usanza, ancora viva in alcuni paesi fra cui l’Andalusia, di sostituire l’albero con la Croce di Maggio. Chi è d’altronde il Cristo se non l’Albero della Vita?

                                                                                        Alfredo Cattabiani

Tratto da Il Tempo del 1 maggio 2003
http://www.centrostudilaruna.it/la-notte-di-valpurga.html

 

V

Perché questa notte, quella che va dal 30 aprile al 1° maggio, è chiamata la Notte di Santa Valpurga? E poi, chi era Santa Valpurga?

SANTA VALPURGA  
Eccola, in queste due immaginette, la sorella dei santi Villibaldo e Vunibaldo, che era di origine inglese e faceva parte del gruppo di monaci e monache che nel secolo VIII aiutarono san Bonifacio a evangelizzare la Germania. Il suo monastero si trovava a Wimborne, nel Dorset.

Divenne successiva mente badessa delle monache nel doppio monastero istituito da suo fratello Vunibaldo ad Heidenheim, dove l'altro suo fratello governava i monaci. Alla morte di Villibaldo Valpurga assunse il governo di tutta l'istituzione.

Circa un secolo dopo la sua morte fu traslata a Eichstatt dove la seppellirono il primo maggio dell'871.

Sebbene la sua festa principale si celebri nel giorno della morte, il 25 febbraio, il 1° maggio si commemora la sua canonizzazione dell'893, che consistette nella diffusione delle reliquie, alcune delle quali giunsero in Renania, altre nelle Fiandre e nella Francia del nord: tutte terre celtiche.

 
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Ma che c'entra allora santa Valpurga con le streghe? Facile, facile: la santa servì per cristianizzare credenze pagane di origine celtica!

La notte fra il 30 aprile e il 1° maggio segnava infatti anticamente fra i Celti il passaggio alla bella stagione: una notte di veglia, una specie di capodanno primaverile, durante la quale si susseguivano danze e banchetti in un'atmosfera orgiastica, aspettando il nuovo giorno quando si sarebbe celebrata la fe sta di Beltane, chiamata poi nel mondo latino Calendimaggio.

Sulla notte di Beltane si diceva che vegliasse la Grande Madre della fertilità che governava il destino dei viventi e dei morti.
In questa notte si strappavano le frasche dai noccioli per costruire le bacchette dei maghi, e il 1° maggio rappresentava il passaggio definitivo alla luce della primavera e del nuovo raccolto. Insomma, una notte liberatoria dalle vecchie paure del buio e del freddo e benaugurante per la nuova stagione. Come tutte le notti di "passaggio" stagionale era una notte celebrata dalle donne di magia.

Streghe malefiche dunque, quelle che arrivavano durante la Notte di Santa Valpurga? Ma, per piacere... Tutte storie inventate dagli uomini per castigare quelle donne che conoscevano le virtù delle piante, delle pietre, delle acque; che guarivano con tisane e unguenti e rimedi naturali malattie che la Scienza degli uomini non curavano... Donne che sapevano leggere i cambiamenti delle fasi lunari e aiutare così le partorienti e le puerpere. Donne che filavano lentamente, nei focolari, e parlavano e tramandavano di generazioni in generazioni la SCIENZA secolare delle tradizioni dei popoli: il filo d'unione delle nostre esistenze.

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Ebbene, con la cristianizzazione dell'Europa centrale, che era proprio celtica, le feste furono vietate perché si raccontava con raccapriccio che sotto la luna calante, vi si dessero conve gno streghe e stregoni insieme con il Grande caprone Satana, proprio come in questo inquietante dipinto del geniale pittore spagnolo Francisco Goya... Si diceva - ne facessero di tutti i colori, con orgie, festini con carne di bambini, e quanto di terribile si poteva immaginare all'epoca.

Perciò, i nuovi cristiani, per cacciare le presenze demoniache chiedevano l'intercessione di santa Valpurga. La coincidenza calendariale, dunque, l'ha trasformata nella santa che pro tegge dalle streghe la notte di Beltane!

                                                                                        Marina Cepeda Fuentes

Tratto e adattato da "La notte di Santa Valpurga" di Marina Cepeda Fuentes,
http://www.marinacepedafuentes.com/2008/04/la-notte-di-santa-valpurga.html



IMMAGINI


La notte di Valpurga, di Paul Klee, tratto da
http://www.babelearte.it/tipomuseo.asp?arid=392&quadroid=1552
Santa Valpurga, Il Grande Capro e Brujas (F.Goya)
http://www.marinacepedafuentes.com/2008/04/la-notte-di-santa-valpurga.html











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