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                Dea 
                  della terra, era protettrice dell’agricoltura e di tutti 
                  frutti da lei provenienti. 
                  Figlia di Crono e di Rea e sorella di Zeus col quale si sposò 
                  ed ebbe una figlia Persefone.  
                   
                  Zeus, senza che Demetra ne fosse 
                  al corrente, aveva promesso in moglie Persefone 
                  ad Ade e mentre un giorno l’ignara fanciulla coglieva 
                  dei fiori, le si spalancò la terra sotto i piedi e cadde 
                  nel regno sotterraneo di Ade.  
                   
                  Demetra, saputo dell’inganno dal Sole, dopo aver vagabondato 
                  alla ricerca della figlia, furiosa decise di lasciare l’Olimpo 
                  e di vivere tra i mortali, dando a chi le offriva riparo nel 
                  suo vagabondare, i propri doni. Nel frattempo la sua collera 
                  aveva fatto si che la terra si inaridisse e non producesse più 
                  frutti. 
                   
                  Allora Zeus decise di incaricare Ermes di scendere nel regno 
                  di Ade e riportare Persefone alla madre. Ade acconsentì 
                  alla restituzione, ma prima di lasciarla andare le fece mangiare 
                  una melagrana.  
                   
                  Demetra riebbe sua figlia, ma dovette condividerla con Ade che 
                  ne avrebbe goduto per un terzo dell’anno, durante il quale 
                  sarebbe dovuta tornare nel suo regno sotterraneo. La melagrana 
                  che aveva fatto mangiare a Persefone fu lo strumento tramite 
                  il quale Ade si garantì il ritorno “stagionale” 
                  della propria sposa.  
                   
                  Vi sono altri tre miti minori riguardanti Demetra. Il primo 
                  si riferisce a Poseidone che invaghitosi di lei la conobbe seppure 
                  la dea si fosse trasformata in giumenta al fine di sfuggirgli. 
                   
                  Da questa unione nacque il cavallo Arione che fu di proprietà 
                  di Eracle e si diceva avesse il dono della parola (Properzio 
                  2.34, 37).    | 
             
             
               
                   
                  Il secondo narra di Demetra che si era innamorata di un cacciatore 
                  cretese, Iasione, e che fece suo nell’isola di Creta, 
                  in un campo tre volte arato; da questa unione nacque Pluto, 
                  la ricchezza. L’ultimo mito, invece, risulta essere uno 
                  dei più tenebrosi, poiché riguarda la vendetta 
                  che la dea inflisse a Erisitone, la fame eterna, poiché 
                  il giovane aveva distrutto una foresta a lei sacra: il poverino 
                  alla fine si cibò delle proprie carni per poter sopravvivere. 
                   
                  La Luna nel segno della Vergine, a mio avviso, non è 
                  come hanno scritto alcuni astrologi una Luna “inaridita”. 
                  Così come si può vedere dal mito di Demetra, è 
                  anzi una posizione che offre protezione e cura degli interessi 
                  propri e degli altri e che si rende conto della ciclicità 
                  della vita e della necessità di essere produttivi.  
                   
                  Nella sua forma negativa è chiaro che può portare 
                  anche all’autolesionismo e allo stress da produzione, 
                  tanto da fagocitare se stessi e chi si ha attorno pur di soddisfare 
                  i propri bisogni.  
                  In Vergine troviamo il domicilio di Y, inteso come tempo ciclico 
                  e stagionale, Mercurio (riporta Persefone dalla propria madre), 
                  e Saturno (la terra arata, il solco).  | 
             
           
         
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