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Fisiologia al femminile
LA SCOPERTA DEL PROPRIO SE’ CICLICO

di Micaela Balice


Recuperare la propria identità femminile è un lavoro di ascolto e scoperta di ciò che è la natura femminile nella sua essenza.
Inevitabilmente diventa un lavoro “iniziatico” in cui gli archetipi millenari compenetrano la propria identità. Richiede costanza, pazienza, attesa e grande duttilità perché porta - senza dubbio - a innumerevoli trasformazioni non solo interiori.
E’ un viaggio che, se adeguatamente compiuto, ci può consentire di vivere la nostra fertilità, le gravidanze, il partorire e la menopausa non più come eventi esterni ed inevitabili, ma come profondi e radicali mutamenti del sé interiore con le conseguenti evoluzioni.


Il linguaggio del ciclo nel corpo

  La prima consapevolezza riguarda il ciclo mestruale: tramandarsi tra donne l’evento, le sensazioni, i rituali, gli accorgimenti sarebbe (e lo era in passato) una prima conquista per la nostra società così distante dalla natura. Non più insegnare alle giovani solo quale assorbente usare e quali sistemi anticoncezionali sono più adatti, ma scoprire e vivere insieme la femminilità quando e come si manifesta, affinché si diventi pienamente consapevoli del proprio corpo e dei propri ritmi.
Per riprendere coscienza del proprio ciclo fisiologico non è strettamente necessario sapere solo come avviene l’ovulazione e quali ormoni sono messi in gioco. Ciò che è importante che le donne imparino a conoscere è come si manifesta il proprio ciclo: quali sono i segnali fisiologici e umorali, qual è la cadenza seguendo il calendario lunare, come si manifestano le altre fasi del ciclo (quelle meno evidenti, perché senza sangue) etc…

Comprendere il linguaggio del corpo è di fondamentale importanza per capire ciò che ci sta accadendo, ciò che non funziona in noi e ciò di cui abbiamo bisogno. Questa comprensione, in una fisiologia mutevole come quella femminile, è di fondamentale importanza.
Spesso le donne non fanno caso, ad esempio, alle perdite bianche che segnalano la fase fertile dell'ovulazione, al fatto che mangiano di più o ingrassano in fase premestruale, al malumore e al senso di confusione da cui alcune sono pervase nella seconda metà del ciclo.
La consapevolezza porta anche alla diminuzione dei dolori premestruali perché la donna inizia a prepararsi da prima ai suoi cambiamenti cogliendo i segnali che il suo organismo le lancia e anche la regolarità del mestruo si sincronizza con maggiore efficacia. Quando le donne riescono a “vedere” il proprio ritmo, i sintomi premestruali sgradevoli si attenuano, a volte spariscono del tutto e con essi anche l’umore è molto più gestibile e si sentono più padrone della loro vita. Talvolta la presa coscienza del ciclo addirittura lo regolarizza: ovvero lo porta verso un ritmo sempre più vicino ai 28 giorni, mentre in donne che hanno poca consapevolezza di sé - spesso - il ciclo tende ad essere altalenante quando non salta del tutto, con spiacevoli squilibri.


La psicologia del ciclo: quando la mente ha il mestruo

  È necessario anche superare il senso di colpa che coglie la donna quando richiede tempo per sé, atteggiamento spesso confuso con un “egoismo” con cui non ha nulla a che fare: questa confusione spinge la donna a continuare imperterrita il suo ruolo di “donazione” no-limit e a saltare i momenti di recupero con l’evidente controreazione fisica di dolori premestruali sempre più forti.

Osservando la sua ciclicità, invece, può scoprire anche qual è il suo rapporto con la sessualità, tenendo conto che in armonia con il suo ciclo lunare ha dei periodi di apertura verso il mondo (e quindi anche al sesso) e periodi di estrema chiusura.
Ciò potrebbe aiutarla a superare sensi di colpa, a farsi comprendere meglio da chi la circonda e dal partner, e a sfruttare meglio e con maggiore piacere le fasi sensuali.
Questo aspetto è particolarmente significativo per le donne che desiderano avere un figlio: sono sempre di più le coppie che “non sanno più generare”, perché ritengono sufficiente solo avere dei rapporti sessuali per produrre un figlio. Non è così: l’alchimia è molto più complessa e, almeno per la donna, sono necessarie serenità psicologica, sincronia affettiva, donazione di un corpo e di una mente aperti alla vita.

Oltre che per la procreazione il rapporto con la sessualità è di fondamentale importanza in sé stesso e le donne, comprendendo questo, aumenterebbero la stima di sé, la relazione col proprio corpo, la libertà nel concedersi di provare piacere nel sesso ed anche in generale nella vita (cibo, creatività, estetica…).
In sintesi accrescerebbero la capacità di godere della vita senza complessi.

Alla formazione di inutili sensi di colpa femminili ha contribuito notevolmente la nostra cultura occidentale (in parte per le influenze cattoliche più rigide ed in parte per la strutturazione istituzionale del potere che è evidentemente maschile). La donna “deve per natura” dedicarsi esclusivamente agli altri e sacrificare totalmente sé stessa, pena l’essere considerata trasgressiva, libertina, cattiva madre etc…
Oggi si corre il rischio di eccedere dalla parte opposta per cui l’obiettivo femminile è sempre più di raggiungere quella indipendenza e libertà di connotazione maschile che la proietta nelle ambizioni della carriera mentre la allontana dalla femminilità profonda, dalla famiglia e dalla maternità. Per tentare di equilibrare la professionalità con l’essere madre, senza che la società offra supporti veramente adeguati, la donna deve pagare un alto prezzo in termini di fatiche, frustrazioni e stress.

Come ogni presa di coscienza, il percorso di consapevolezza dei ritmi femminili richiede un lavoro su sé stesse e la voglia di scrivere, segnare, ascoltare quelle voci “quasi silenziose” che abbiamo dentro.
Il primo fondamentale passo è quello di recuperare, o meglio: riallacciare la donna al suo ciclo energetico. Tale cammino di consapevolezza porta inevitabilmente all’accettazione di sintomi che appartengono al linguaggio del corpo femminile, alla diminuzione delle sindromi associate delimitando in modo chiaro - se esiste - la componente di malattia.

 


© 2007 Testo di Micaela Balice, www.strie.it

Qualsiasi riproduzione, senza esplicito consenso dell'autrice, è vietata.

Pubblicato su www.ilcalderonemagico.it il 13 giugno 2007

L'AUTRICE

Micaela Balice, dottoressa in pedagogia, naturopata, specializzata in Fiori di Bach ed Erboristeria Popolare.
Libera ricercatrice su miti e simboli dell'antichità con particolare attenzione per gli archetipi del femminile, il culto della Grande
Dea e di Madre Terra.

Scrive Poesie.
Coltiva la Terra.

micaela@strie.it
www.strie.it



Bibliografia

M. BALICE, Simbologia lunare e tradizione popolare, in “L’Ombra – tracce e percorsi a partire da Jung”, V, 7/8, 1999
M. BALICE, Il calendario rituale contadino: il ciclo della vita nel Casalese (Tesi di laurea, A. A. 1993/1994, Corso di Laurea in Pedagogia, Università degli Studi di Torino) – visionabile c/o Biblioteca Municipale Casale Monferrato - Al
M. BILIMOFF, Enquête sul les plentes magiques, Editions Ouest-France, 2003
J. BONNET, La terra delle donne e le sue magie, Red Edizioni, Como, 1991
R. EISLER, Il calice e la spada, Pratiche Editrice, Parma, 1996
J. G. FRAZER, Il Ramo d’oro, Grandi Tascabili Economici Newton, 1992
M. GIMBUTAS, The Language of the Goddess, Thames & Hudson, 1989
M. GRAY, Luna rossa, Macro Edizioni, 2000
E. NEUMANN, La Grande Madre, Astrolabio, Roma, 1981
V. NOBLE, Il risveglio della dea, Corbaccio, Milano, 1996
J. PAUNGGER, T. POPPE, Servirsi della luna, Tea Pratica, Milano, 1994
R. SICUTERI, Lilith, la luna nera, Astrolabio, Roma, 1980




IMMAGINI DI RENÈ MAGRITTE

La Grande Famille, 1963

L'Embellie, 1941

Memoires, 1948

tratte da:
Magritte – I classici dell’Arte, Rizzoli Skira
http://justhurd.net/weblog/?itemid=136#works
http://www.oceansbridge.com/art/customer/home.php
http://www.qfx.com/gallery.html
http://www.bloggers.it/Peterpan/index.cfm?blogaction=archive&file=blog_4_2006.xml
http://www.ks-wiedikon.ch/fachk/it/cineclub/fate.html









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