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 | YULE, LA RINASCITA DELLA LUCE Testo di Maria Giusi Ricotti | ||||||
|  | Il Solstizio d'Inverno cade attorno al 21 dicembre. È Yule - o Farlas - la notte più lunga dell'anno, da tempo immemore la notte in cui si celebra la nascita del Sole Bambino, il Figlio della Promessa. Nel corrente anno lunare 2010/11 solo la XIII Luna Senza Nome illumina la notte. |  | ||
| La 
                  Grande Madre dai molti nomi, dunque, in diversi luoghi della 
                  terra e nella più lunga e oscura delle notti dell’anno 
                  genera il Figlio Divino, il nuovo Sole che promette di riportare 
                  la Luce: è un perfetto significato poetico e spirituale 
                  che fa scaturire dalla notte oscura delle nostre anime la nuova 
                  scintilla di speranza e di rigenerazione, il Fuoco Sacro, la 
                  Luce nel mondo.  | ||||
|   |  Questo mito raccontato 
                  in versioni analoghe per illustrare l'origine di molte divinità 
                  (Horus, Apollo, Mitra, 
                  Gesù - tutte divinità solari ed emanazioni di 
                  Luce ed ognuna di importanza primaria nei suo specifico ambito 
                  culturale, sebbene in diverso modo), ha una serie 
                  di implicazioni nella comprensione dei cicli della natura, delle 
                  stagioni, dei raccolti.  È la promessa del ritorno delle energie di primavera ed estate che ci garantiranno la fecondità della terra e quindi il nostro sostentamento: è una Festa di Luce e di allegria, scintillante e pervasa dallo spirito della rinnovata certezza di calore e prosperità. | 
| A 
                  livello spirituale, il momento simbolico (che segna nella Ruota 
                  dell'Anno l'inizio della risalita dagli Inferi, facendosi "archetipo" 
                  di tutte le risalite verso la Luce degli altri molti cicli che 
                  attraversiamo: notte/giorno, cicli mensile e femminile, malattia/guarigione, 
                  introversione/estroversione, morte/rinascita e così via...), 
                  è carico di significati profondi anche se meno evidenti: 
                  il rinascere della Luce genera una promessa di crescita che 
                  si realizzerà in ambito personale e interiore. Sappiamo che la coppia delle divinità, la Dea ed il Dio, nel periodo precedente culminato nella celebrazione di Samhain, si è ritirata nel silenzio del mondo ctonio, dove ha riposato nella consapevolezza dell’opera compiuta. Un solo compito ancora aspetta gli Dei e verrà portato a compimento nella notte di Yule: il Vecchio Dio Sole si sacrificherà, allontanandosi definitivamente con una morte simbolica e cedendo il suo trono al Sole Bambino, che verrà partorito dal grembo oscuro e notturno della Dea. Dunque la Luce nasce dall'Ombra. A livello personale, il concetto di Rinascita della Luce, ci chiede di compiere un salto di qualità, un passo di avanzamento nel percorso spirituale che abbiamo intrapreso. Si tratta della chiusura di un ciclo e della riapertura dello stesso ma su un piano più avanzato. |  | 
 Nel giro corrente della 
            Ruota dell'Anno Magico il tempo dello scavo è simbolicamente 
            e concretamente compiuto: se abbiamo lavorato con sensibilità 
            e coerenza abbiamo progettato e prodotto e poi siamo stati chiamati 
            a toccare i punti più profondi della nostra anima, siamo venuti 
            in contatto con gli spiriti che ci hanno preceduto - gli antenati 
            - e con il loro aiuto abbiamo riconosciuto e affrontato la nostra 
            Ombra personale; abbiamo versato le lacrime che andavano versate e 
            conosciuto il dolore dell’introspezione; abbiamo concluso ciò 
            che aveva fatto il suo tempo; alla fine abbiamo fatto il bilancio 
            del nostro cammino ed, esausti, abbiamo finalmente riposato nel Regno 
            di Sotto.
              
              Ora è venuto il tempo del Risveglio, di dare un significato 
              alla crescita passata, alla produttività (in senso completo: 
              materiale e spirituale) che abbiamo realizzato nello scorso ciclo 
              e alla discesa interiore che ne è seguita. Il significato 
              sta nel comprendere che ritroviamo vita e rigeneriamo la nostra 
              personale Luce Interiore, riconoscendo che ogni tratto del nostro 
              percorso, anche il più buio, ha prodotto la nostra trasformazione, 
              che dall'Oscurità nasce la Luce, e che ci viene chiesto di 
              saperci in qualche modo distaccare da ciò che siamo stati, 
              lasciando andare le parti non più utili di noi stessi.            
|   | Per accogliere il Sole Bambino 
                  occorre perdere da qualcosa di superato dentro di noi: La paura si perde nella notte. La paura si perde nella notte. Per morire e rinascere La Ruota sta girando, cosa dovete perdere nella notte? * | 
            Nel simbolismo della Ruota, finalmente la coppia divina genera 
            un figlio. La Dea si fa caverna, grotta, grembo vuoto oscuro e passivo 
            (ma fertile) in cui il Dio rappresenta il principio attivo della Luce 
            che rinasce. 
              
              È un ritorno di calore 
              e di fiamma che porta l’allegria di un Sole Bambino: una promessa 
              di crescita e maturazione che nasce nella notte di Yule.
              
              Subito il Sole Bambino, come ogni nuova creatura, afferma fortemente 
              la sua necessità di essere nutrita nel nuovo ciclo della 
              Ruota, fino al tempo dell’Estate in cui diventerà produttiva.
            La nostra interiore nuova Luce bambina (la Promessa di noi stessi), 
            non arde automaticamente... ma andrà protetta e coltivata, 
            cresciuta, esercitata e fatta giocare (messa in gioco). Ed essendo 
            una promessa di crescita spirituale, ci richiede di formulare l’impegno 
            attivo a coltivare la crescita. 
              
              Nella notte di Yule si passa spiritualmente una soglia che richiede 
              una grande onestà ma anche un grande atto di fiducia verso 
              sé stessi: il riconoscimento del nostro effettivo livello 
              spirituale, quale che sia, e l’impegno ad incrementarlo con 
              nuove energie.             
|   | Salpate, salpate, guidando la nave del sole nascente, la vostra luce è potente, la vostra luce è potente. Salpate, salpate, tra le onde la nave avanti vi conduce, per portare la luce, per portare la luce. * | 
            SUL TEMA DEL SOLSTIZIO D'INVERNO LEGGI ANCHE "LA 
            COSA CHE LA DONNA DESIDERA DI PIU' ".
            
            
          
            
            © 2005 
            - 2010 Testo di Maria Giusi Ricotti 
            * Versi tratti da La Danza a spirale di Starhawk, Macroedizioni
            
            Qualsiasi riproduzione, senza esplicito 
            consenso dell'autrice, è vietata.
            Revisione e integrazione del 28 novembre 2010. 
          
 
		 
|  | L'AUTRICE Maria Giusi Ricotti, grafico editoriale 
                      e ceramista, nata a Milano. Per amore è approdata 
                      molti anni fa in Sardegna, dove vive con la sua famiglia 
                      e lavora. mariagiusi@ilcalderonemagico.it | 
          Bibliografia
La Danza a Spirale 
          di Starhawk, Macroedizioni
          
          IMMAGINI
Yule di M.G.Ricotti
          Il sole di Vergina, tratto dal sito http://www.livius.org/aj-al/alexander/alexander_z6.html
          Natività di Giotto, Cappella degli Scrovegni, Padova
          Altre immagini di provenienza Internet, siti non determinati
          
          
          
          
          IL SOLSTIZIO D'INVERNO, 
          ORIGINI E TRADIZIONI
|  | Sin dai tempi 
                antichi, dalla Siberia alle Isole Britanniche passando per l'Europa 
                Centrale e il Mediterraneo, era tutto un fiorire di riti e cosmogonie 
                che celebravano l'incontro della notte più lunga col giorno 
                più breve, il Solstizio d’Inverno.  Nel neopaganesimo rappresenta uno degli otto giorni solari, o Sabbat; viene celebrata intorno al 21 dicembre nell'emisfero settentrionale e intorno al 21 giugno in quello meridionale. Yule è un periodo carico di valenze simboliche e magiche, dominato da miti provenienti da un passato lontanissimo. | 
È anche un termine 
          arcaico per il Natale (con questo significato viene riportato nei dizionari 
          della lingua inglese; il termine appare ancora in alcuni canti natalizi 
          ed è tuttora usato in alcuni dialetti scozzesi). L'etimologia 
          della parola "Yule" (Jól) non è chiara. 
          È diffusa l'idea che derivi dal norreno Hjól ("ruota"), 
          con riferimento al fatto che, nel solstizio d'inverno, la Ruota dell'Anno 
          si trova al suo estremo inferiore e inizia a risalire". I linguisti 
          suggeriscono invece che Jól sia stata ereditata dalle 
          lingue germaniche da un substrato linguistico pre-indoeuropeo. Nei linguaggi 
          scandinavi, il termine Jul ha entrambi i significati di Yule 
          e di Natale, e viene talvolta usato anche per indicare altre festività 
          di dicembre. Il termine si è diffuso anche nelle lingue finniche 
          e indica il Natale, sebbene tali lingue non siano di ceppo germanico.
          
          È certo che la celebrazione avveniva durante il solstizio invernale 
          in epoca precristiana. Yule, o Farlas, è insieme festa di morte, 
          trasformazione e rinascita. 
          Due temi principali si intrecciavano e si sovrapponevano, come i temi 
          musicali di una grande sinfonia: uno era la morte del Vecchio Sole e 
          la nascita del Sole Bambino, l'altra era il tema vegetale che narrava 
          la sconfitta del Dio Agrifoglio, Re dell'Anno Calante, ad opera del 
          Dio Quercia, Re dell'Anno Crescente. 
          Un terzo tema, forse meno antico e nato con le prime civiltà 
          agrarie, celebrava sullo sfondo la nascita-germinazione di un Dio del 
          Grano: se il sole è un Dio, il diminuire del suo calore e della 
          sua luce è visto come segno di vecchiaia e declino.
          
          Le genti dell'antichità, che si consideravano parte del grande 
          cerchio della vita, celebravano riti per assicurare la rigenerazione 
          del Sole e accendevano falò per sostenerne la forza e per incoraggiarne, 
          tramite la cosiddetta "magia simpatica" la rinascita e la 
          ripresa della sua marcia trionfale. 
          Presso i celti era in uso un rito in cui le donne attendevano immerse 
          nell’oscurità, l’arrivo della luce-candela portata 
          dagli uomini con cui veniva acceso il Fuoco, per poi festeggiare tutti 
          insieme.
          
          Quando i missionari iniziarono la conversione dei popoli germanici, 
          adattarono alla tradizione cristiana molti simboli e feste locali (fu 
          lo stesso Gregorio Magno, tra gli altri, a suggerire apertamente questo 
          approccio alle gerarchie ecclesiastiche). Il Natale è la versione 
          cristiana della rinascita del Sole, fissato secondo la tradizione al 
          25 dicembre dal papa Giulio I (337 -352), per il duplice scopo di celebrare 
          Gesù Cristo come "Sole di Giustizia" e creare una celebrazione 
          alternativa alla più popolare festa pagana. 
          La festa di Yule venne quindi trasformata, mantenendo però alcune 
          delle sue tradizioni originarie: fra i simboli moderni del Natale che 
          parrebbero derivare da Yule compiono, fra l'altro, l'uso decorativo 
          del vischio e dell'agrifoglio. Così come gli alberi da frutta, 
          anche i sempreverdi, come la quercia, 
          sono un elemento fondamentale delle celebrazioni del solstizio invernale. 
          L'albero sempreverde, che mantiene le sue foglie tutto l'anno, è 
          un ovvio simbolo della persistenza della vita anche attraverso il freddo 
          e l'oscurità dell'inverno. Agli alberi sempreverdi venivano fatte 
          offerte; l'albero di Yule, origine dell’albero di Natale con i 
          suoi doni, rappresentava la fortuna per una famiglia così come 
          un simbolo della fertilità delle prossime stagioni.
          
          Un'altra pianta sacra del solstizio d’inverno è il vischio, 
          che i druidi consideravano discesa dal cielo, figlia del fulmine, e 
          quindi emanazione divina. 
          Essi tagliavano ritualmente i rami di vischio con un falcetto d'oro, 
          strumento che univa in sè il simbolo del Sole e quello della 
          Luna. La pianta era chiamata il "tutto-sana", medicina universale, 
          dono del risanante momento dell'eternità. Ancora oggi baciarsi 
          sotto il vischio è un gesto propiziatorio di fortuna.
          
          A Yule le popolazioni nordiche nella notte più lunga dell'anno, 
          accendevano vari fuochi nei campi, a significare incoraggiamento per 
          il Sole nel suo momento di maggiore difficoltà. Un fuoco veniva 
          acceso anche nelle case: secondo la tradizione, un ceppo doveva essere 
          stato raccolto dai terreni appartenenti al padrone di casa, oppure portato 
          come dono, ma non doveva essere mai acquistato. Una volta portato dentro 
          e sistemato nel camino, veniva decorato con fronde ed erbe, bagnato 
          con cedro o birra e cosparso di farina, prima di essere acceso con un 
          pezzo del ceppo dell'anno precedente conservato a questo scopo. 
          
          Il ceppo bruciava per tutta la notte, poi rimaneva sotto la cenere per 
          12 giorni dopo essere stato spento in una cerimonia rituale. La quercia 
          o il frassino sono gli alberi tradizionali da cui si ricava il ceppo 
          di Yule. Il frassino è l'albero sacro dei Teutoni, noto come 
          Yggdrasil, che si credeva sorgesse al centro del mondo come suo sostegno, 
          la quercia è sacra ai Druidi.
          
          Ma anche da noi in Italia questa tradizione era presente: una volta 
          (e ancora adesso in qualche famiglia toscana o emiliana), si accendeva 
          un ceppo che rappresentava simbolicamente l'Albero della Vita, dicendo: 
          "Si rallegri il ceppo, domani è il giorno del pane; 
          ogni grazia di Dio entri in questa casa, le donne facciano figlioli, 
          le capre capretti, le pecore agnelletti, abbondino il grano e la farina 
          e si riempia la conca di vino".
          
          Un altro modo per celebrare Farlas è quello del ramo dei desideri, 
          un rituale della tradizione celtica bretone. Nove giorni prima del Solstizio 
          occorre procurarsi un ramo secco di buone dimensioni, pitturarlo con 
          vernice dorata e appenderlo vicino all'ingresso della propria abitazione, 
          con una penna e alcune strisce di carta rossa da tenere lì vicino. 
          Chiunque entri in casa potrà scrivere un proprio desiderio su 
          una striscia di carta, che verrà ripiegata per garantirne la 
          segretezza e legata al ramo con un nastrino. Quando nove giorni dopo 
          si accende il Fuoco del Solstizio il ramo viene sistemato sulla legna 
          da ardere e i desideri che sono appesi ad esso bruciando saliranno col 
          fumo sempre più in alto, affinché vengano accolti dalle 
          forze dell’Universo. 
          
          
          
          RIFERIMENTI 
http://bethelux.it/yule.htm
          http://it.wikipedia.org/wiki/Yule
          http://www.theseventhpapyrus.it/solstyce_period.htm
          http://wicca.blog.excite.it/archive/category/Ruota_dell'anno 
          
          
          
IMMAGINI
Ceppo di Yule di M.G.Ricotti
 
          
          
          
          
